Il decaffeinato fa male?
Ormai un grande classico il caffè decaffeinato viene consumato abitualmente da sempre più persone che preferiscono al caffè “normale” un alternativa di egual gusto ma di minore impatto.
La caffeina
La caffeina, un alcaloide contenuto anche nel cacao, the, mate e guaranà, venne estratta per la prima volta nel 1819 dal chimico tedesco Friedlib Ferdinand Runge.
Notoriamente uno stimolante ed eccitante, il caffè deve la sua notorietà e la sua diffusione storica grazie alle proprietà di questa sostanza.
Oggi sappiamo che un eccesso di caffeina può essere nocivo e molte persone decidono di eliminare completamente la caffeina dalla propria dieta eliminando anche il caffè: ma c’è un’alternativa!
Il decaffeinato
Il caffè decaffeinato venne brevettato e commercializzato per la prima volta da un venditore di caffè di Brema, il tedesco Ludwig Roselius. Roselius era convinto che la morte del padre, assaggiatore di caffè, fosse dovuta alla troppa assunzione di caffeina e cerco di scoprire un metodo per eliminarla dal caffè.
Il caso venne in suo aiuto: nel 1905 ricevette un carico di caffè in grani trasportato via nave che era stato a lungo imbevuto in acqua di mare. Il risultato era una partita di caffè salata ma con pochissima caffeina.
Brevetto un sistema che prevedeva bagni in acqua salata e benzene (un solvente chimico) per sciogliere la caffeina residua. Sistema che rimase lo standard di estrazione della caffeina per molti anni.
Nel 1906 fondo la Kaffee Handels Aktien Gesellschaft, oggi nota come HAG, che divenne la principale azienda di decaffeinato del mondo.
Gli anni del successo furono gli anni 20 e 30 del secolo scorso, quando Roselius commercializzo il suo caffè come prodotto che proteggeva cuore e nervi, destinato ai fruitori di una vita sana e regolata.
La storia gli venne in aiuto e il caffè decaffeinato divenne un simbolo della Repubblica di Weimar prima e del Terzo Reich dopo. La caffeina come stimolante e quindi il caffè, vennero banditi come veleni mentre il decaffeinato divenne la bevanda ufficiale come previsto dalla propaganda.
Nonostante questa aura negativa il decaffeinato si diffuse rapidamente fuori dai confini tedeschi, in Francia prima e poi nel resto dell’Europa.
Negli Stati Uniti si diffuse dopo la seconda guerra mondiale ed arrivò al 20% del mercato del caffè a metà degli anni 80.
Come si elimina la caffeina
Il decaffeinato oggi è considerato un’alternativa poco salubre al caffè: sono infatti molte le convinzioni negative che circondano l’estrazione della caffeina dal caffè, ma le estrazioni di oggi differiscono da quelle di un volta: il benzene ed altri solventi chimici aggressivi non vengono più usati.
La caffeina viene estratta dai chicchi ancora verdi, prima di essere tostati. I chicchi vengono gonfiati con vapore acqueo per distanziare le strutture cellulari ed un solvente cattura la caffeina.
Il solvente più utilizzato oggi è il diclorometano, una sostanza organica molto volatile che evapora a 40 gradi centigradi. Viene infatti eliminata tramite vapore ed eventuali tracce scompaiono nella tostatura.
Altri metodi di estrazione più costosi e quindi meno usati prevedono anidride carbonica supercritica (ad alta pressione e temperatura) e anidride carbonica liquida.
Un ultimo metodo meno usato prevede l’infusione dei chicchi per lunghissimo tempo in sola acqua: la caffeina è estratta per infusione e riutilizzata per altri comparti alimentari (energy drink o cosmetici in primis)
Il caffè decaffeinato oggi sconta spesso i pregiudizi verso la chimica di estrazione della caffeina ma i metodi oggi usati sono sicuri, rispettano il gusto originario del caffè e non presentano controindicazioni per la salute.
E allora perché non concedersi di nuovo un buon caffè dopo cena?